Non ti sveglierai più da questo Incubo...

Erys - Capitolo 3

Mia Signora di là, Regina di qua, Vostra Grazia su, Vostra Altezza giù, Regina delle Tenebre a destra e manca... Nomi ripetitivi ovunque, mai nessuno aveva osato chiamarmi Erys. Mi davano sui nervi quei nomignoli ma dovevo sopportarli...
-Kira, coltello.- le ordinai allungando una mano e subito sentii l'arma che aveva poggiato sul mio palmo.
Lo tirai contro il bersaglio anziché usare le freccette, le trovavo noiose. Inoltre erano prive di punta affilata.
-Cinquanta punti.- dissi tra me e me, ordinando un altro pugnale.
Giocavo spesso da sola in una cantina, che ritenevo il mio sfogo, la mia "sala giochi", come per gli umani.
Una volta finita la partita, Kira mi accompagnò alla mia camera per riposarmi un po', ma nel tragitto incontrai Nami che stava accarezzando un fenrir.
-Nami.- pronunciai il suo nome con tono freddo e severo, lei subito sussultò e mi guardò tremando.
-S-Stavo solo...- cercò di spiegarmi ma la fermai prendendo per il collo l'animale. -Potrebbe mangiarti, stupida.
Portai poi il sacco di pulci fuori dalla struttura, riaccompagnando Nami in una stanza.
-Non aspettarti un hotel a cinque stelle.- ridacchiai un pochino, riportandola in quella stanza malandata, che da lì a poco sarebbe sicuramente crollata.
-Io vado a riposarmi, non voglio udire un solo battito di mosca qui dentro, al mio tre.- dissi, continuando e prendendo un respiro profondo.
-Uno... Due... TRE!- gridai per farmi sentire in tutta la struttura, così come la prima frase.
"Bene" pensai iniziando a camminare verso la mia camera, si sentivano solo i miei passi sul legno del pavimento, mentre Kira mi seguiva.
Una volta arrivata alla mia stanza mi fiondai sul letto matrimoniale, guardando la rossa che mi aveva seguito. Lei annuì e girò i tacchi andandosene e chiudendo la porta.
Mi cambiai mettendo una veste bianca come il latte, i capelli biondi erano sciolti e svolazzanti, senza quell'odioso cappello che non sapevo nemmeno io perché continuavo a portarlo se non lo sopportavo.
Mi sdraiai sul materasso e chiusi gli occhi, anche se non sembrava... Io dormo la notte, e facevo pure sogni.
Quella notte avevo sognato proprio lui, Maxwell. Mio... -Fratello...- mormorai nel sonno, con gli occhi strizzati e le sopracciglia aggrottate.
Fu un tonfo a farmi svegliare di botto, in seguito ad un urlo stridulo e rumore di porta che sbatteva.
Mi alzai di scatto e iniziai a correre verso l'ingresso. 
-E' quella stupida umana?!- uscii dal castello non vedendo la sua figura. -Dove diamine sei?!
Ricominciai a cercarla in preda al panico, e se fosse stata divorata da quel fenrir che avevo cacciato fuori?
La notte, fuori, regnava sovrana. Non si vedeva niente, tutto era nero. 
-Mia cara Nami...- sentii, ma non vedevo nulla e non sapevo da dove provenisse.
"Perché mi faccio tanti problemi per un'umana?" 
Sgranai gli occhi cadendo sulle ginocchia e tenendomi la testa con le mani, mi stava facendo sin troppo male.
-Perché... tutto questo?!- ansimavo non riuscendo a respirare bene, sentendo poi delle urla di dolore.
Piano piano diventavano sempre più straziate, non riuscivo a reagire. Mi sentivo intorpidita.
Anche se sapevo che era Nami, non riuscivo a muovermi, iniziando pure a tremare.
"Perché te ne sei andato, idiota? Mi hai lasciata sola." le urla della ragazza si facevano sempre più straziate, si poteva udire anche il suo pianto... I suoi singhiozzi.
-Non so che fare...Sono confusa...- mi venivano spesso questi improvvisi "attacchi di panico", non reagivo per un bel po'.
Tutti si raggruppavano attorno a me, con espressione arrabbiata. -Vai a prenderla!  Noi non possiamo fare niente!!- mi urlavano i Creeper.
Qualche secondo dopo, le urla non si udivano più. Da un cespuglio comparve una figura con un cappuccio calato sul capo, con in braccio... -Nami.- la guardai per un po' incredula, poi mi alzai.
"Ha... il petto pieno di ferite e graffi dappertutto".
-Non sei tanto brava come regina, Erys.- pronunciò la figura nera, la guardai fulminandola con lo sguardo, alzandomi da terra.
-Taci o ti incenerisco.- le rinfacciai a mia volta. Il suo tono di voce era femminile, per cui si poteva chiaramente capire che era una donna.
Mi lasciò Nami facendola cadere a terra dalle sue braccia.
-E' stato un essere dai capelli neri e occhi bicolore.- mi spiegò l'essere.
-Chi sei?- le chiesi guardando la ragazza svenuta ai miei piedi, per poi voltare lo sguardo alla tipa.
-Non ti interessa, Regina del cavolo.- furono le sue ultime parole... E poi scomparve.
-La prossima volta la sistemerò con le mie stesse mani, fosse l'unica cosa che faccio..- mormorai trascinando il corpo della ragazza alla sala del trono.
Tutti iniziavano a disprezzarmi, per qualche strano motivo, solo per non avevo salvato io quella stupida umana...
 

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